Coronavirus: non posso più vedere serie (e film)
Ieri sera ci siamo messe a guardare una serie di Netflix, I delitti di Valhalla.
“Messe” al plurale, perché eravamo in sincrono ognuna a casa sua, chattando per farci compagnia. La serie è un tipico crime nordico, anzi la copia di tanti troppi crime nordici. Non riuscivo a guardarlo non solo per quello ma per il Coronavirus. E non perché non riuscissi a non pensare alla situazione attuale, ma perché ogni immagine mi riportava per paradosso alla situazione attuale.
Esaminavano le prove con mascherine e guanti, e io pensavo al coronavirus.
Si lavavano le mani in fretta e furia, e io pensavo al coronavirus.
Stavano tutti vicini, cioè avevano la nostra socialità di un mese fa, e io pensavo no, state lontani, coronavirus!
Stavano in un locale orrido a mangiare patatine e coca-cola, e io volevo essere lì, non a casa per via del coronavirus
Correvano per sport o dietro ai criminali, e io volevo correre (io!) mica stare qui col covid.
Le miei amiche in chat pensavano la stessa cosa.
E’ successo come con l’11 settembre. I film/serie catastrofici sono diventati realtà, ma soprattutto la nostra realtà di oggi non ci permette di vedere allo stesso modo film/serie. Solo che per l’11 settembre si trattava di alcuni film/serie, invece il coronavirus contagia tutti i film/serie, perché è tutta la nostra abituale socialità reale e immaginaria a essere colpita.