Sanremo 2019, state calmi!
Ho fatto la giurata in diversi festival di serie Tv. Una volta lasciai che gli altri facessero vincere l’unica serie su cui avevo posto il veto perché avevo un mal di testa e non ci si metteva d’accordo. I premi sono anche questo: il frutto dell’élite senza triptani.
La serie raccontava i migranti con tocco fantascientifico. Realizzata malaccio, puntava sul ricatto del contenuto. Per questo mi opponevo. La sera della premiazione (si era a Ginevra), ecco il Bataclan. Quel premio prendeva allora un altro senso ancora. I premi sono anche questo.
E Sanremo non è diverso.
Questa opposizione popolo (dotato di 5 sms per votare) e élite (giuria e stampa con umori prefrenze e via dicendo) fa ridere. I politici colonizzano le canzonette in maniera ormai ossessiva (i social!), e la recessione non c’è più. I media abboccano, e via così.
Intanto Alessandro Mahmood si vede tirare di qua e di là. Simbolo dell’invasione migranti, simbolo della resistenza ai gialloveri. Italiano, mamma sarda, nato a Milano, Gratosoglio. Ma non basta a nessuno. La sua identità viene schiacciata in una sola direzione, quella che serve. Come se le nostre identità non fossereo invece molteplici. Proprio questa ossessione per una e sola identità ammazza la nostra complessità, è il tribalismo che uccide a destra e sinistra. Alessandro è uno nessuno centomila. E ha scritto una bella canzone con un contenuto non da poco: il disfacimento di una famiglia.
Qui trovate un po’ di cose scritte su questo Sanremo:
Il Foglio: Un festival confuso
Il Foglio: La focaccia e l’indotto economico e umano del festival
Link: Sanremo e la comicità
A Sanremo ho anche presentato Ogni canzone mi parla di te.
Qui qualche mio pezzo dedicato al libro:
E adesso: IMMAGINI CHOC!
Gente che canta Baglioni
Ridge!
I famosi Baci di Sanremo
Cocktail creativi
Questo ce l’avevo in casa. Al prossimo anno (forse)