Baglionando: Sanremo 2018 E2
In una Tv che si vuole nostalgica, come si omaggia il passato? Qualche riflessione dopo la seconda puntata di Sanremo
Se il passato non c’è più, lo fai risuonare attraverso altri corpi, tipo Il Volo. Il senso di lontananza tra chi omaggia e chi è omaggiato è dato dall’assenza del secondo, e così l’omaggio può riuscire o meno ma non crea effetti troppo stranianti.
Se il passato è sul palco, ed è lo stesso Baglioni, l’omaggio è rischioso. Se c’è Fiorello, c’è un gioco di ruoli. Ma con Il Volo? Con Antonacci? Se l’omaggiato è sul palco, e ha in più una voce che surclassa gli altri, il dislivello è abissale.
Oppure si crea una gag: Questo piccolo grande amore trasformato in un racconto creepy della Leosini. Gag interessante ma i tempi saltano perché il pubblico dell’Ariston vuole solo il karaoke. Ecco: il contesto non permette un salto di senso, vuole l’originale così com’è.
E poi infine c’è l’omaggiato di tutta la serata che lascia spazio a uno più vintage di lui da omaggiare, Pippo Baudo. Celebrare Baudo è stato più che giusto. Eppure questa sua auto-celebrazione ha avuto un sapore da atto finale spesso eccessivo. Un lungo elenco di cose fatte invece di puntare a un discorso più ampio. C’era un velo di felliniana tristezza stile Ginger e Fred, peccato.